20 aprile 2025
In piazza a Bitti facciamo il punto della situazione confrontando mappa cartacea, GPS ed un resoconto della Transardinia che Giova ha stampato e portato con se.
Dei ragazzini giocano a pallone. Una delegazione di tre di loro ci raggiunge per assolvere al dovere civico di avvertirci che la fontana al centro della piazza non è potabile. Per bere ce n’è un’altra in un vicolo a pochi passi.
Attraversando il paese, per caso incrociamo e lasciamo passare la piccola processione di Pasqua in abiti tradizionali.
– Minchia Robby… Ma ce le ho rosse le braccia?
– Anche la testa.
La discesa dal passo sulla provinciale 51bis, giusto alle pendici est di Nuoro, è particolarmente suggestiva: scorriamo veloci tra il viola e giallo intenso dei fiori mentre il Supramonte di Oliena si staglia troneggiante di fronte a noi.
È lì che stiamo andando oggi.
A Oliena passiamo un po’ di tempo in un bar a chiacchierare con gli avventori che si preparano per la festa della sera e a divorare ordinatamente l’offerta di tramezzini. Un ragazzo sui venticinque ci suggerisce di passare la notte nel bivacco di Tuones, settecento menti più in alto, ma è perplesso sulla fattibilità del percorso che vogliamo poi seguire in quota. Noi non gli crediamo, perché abbiamo il GPS con delle tracce colorate sopra.
Affrontiamo la salita con lenta e ostinata determinazione, motivanti un po’ dalla sfida e un po’ dalla promessa di un riparo in cui trattenerci eventualmente anche domani, date le previsioni meteo poco promettenti.
– Robby! Ti ho svoltato la giornata di domani. Il tipo ha detto che c’è posto, per cui noi possiamo possiamo dormire al rifugio e scendere per pranzo!
Giova mi urla il piano mentre ancora ridiscende il vialetto di accesso all’agriturismo. Quando mi raggiungere, gli resta solo da esibirmi il menu completo da quarantacinque euro.
“Scendere”, si riferisce ai trecento metri di dislivello tra agriturismo e rifugio.
– Beh ma alla grande Giova!
Le nostre menti si offuscano nel sogno del banchetto e riprendiamo la salita con l’allegro ottimismo di chi sta semplicemente facendo un errore di valutazione. Bastano un paio di curve sofferenti a restituirci piena coscenza del fatto che non siamo ancora arrivati.
Appoggiamo le nostre bici contro le belle pareti in pietra del bivacco solo sul finire del crepuscolo, quando già possiamo riconoscere Oliena nella punteggiatura gialla sotto di noi.
Per lavarci ci aiutiamo con le lampade a led. In assenza di una fonte d’acqua, ricorriamo alle borracce.
– Ma così l’acqua la butti senza lavarti!
– Perché tu come fai scusa?
– Eh, diretta sul corpo. Non sulle mani.
La parsimonia è d’obbligo.
– Per la nerchia ne ho usata pochissima!
– Mi fa piacere, ma non so se depone a tuo favore!
– Questa, non ti do la liberatoria per metterla nel blog!
Il tempo sta già cambiando. Ma, per questa notte, è autorizzato a diluviare.
- Tuones, 134 km, 2770 m di ascesa
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