25 aprile 2025

– In Sicilia si fanno gli auguri per la Liberazione?
– Bah, in generale direi di no… Ma da noi non c’è stata l’occupazione.
– Giustamente…
– Ma perchè in Veneto si fanno gli auguri? Non mi pare…
– In effetti ci stavo pensando… Forse no, o non più.

Siamo arrivati a Cagliari percorrendo la statale 387 e la provinciale 14. Mezza giornata scarsa.
I piccoli paesini che abbiamo attraversato non mostravano molte tracce di celebrazione e anche entrando in città è stata più che altro la generalizzata chiusura dei negozi a confermarci che si tratta di un giorno festivo.

Ritrovare la doccia d’acqua calda e abbondande dopo giorni di lavaggi selvatici è immancabilmente una festa. Il dilemma mi si presenta dopo la doccia.
– No, questa non me la posso rimettere ora. È anche tutta bucherellata…
– Non ne hai un’altra?
– Questa c’ho.
– Cioè, hai usato quella maglietta tutta la settimana?

Ebbene sì, ho portato una maglietta per otto giorni di viaggio in bici. Al momento di preparare il bagaglio, un neurone ambizioso e molto spregiudicato deve aver convinto tutti gli altri che fosse una buona idea.

Lascio Giova al B&B dove alloggiamo a farsi un riposino e punto verso il centro storico. Il sole splende e l’aria è piacevolmente estiva. Il mio abbigliamento in calze e maglia termiche appare quanto meno sub-ottimale.
Avvicinandomi ai bastioni aumenta il via-vai di gente e quando arrivo sul corso lo trovo pacificamente affollato. Qualche bandiera tricolore portata a spalla suggerisce che i festeggiamenti si siano conclusi da poco. Fortunatamente, i negozi sul corso sono tutti aperti. Così, entro nel primo di abbiagliamento che mi capita.

– Ottimo. È giusta la taglia, no? La prendo.
– La tiene addosso? – Il commerciante riesce quasi a pormi la domanda con neutrale professionalità. Ma il sorriso trattenuto è a metà strada tra comprensione e rimprovero.
– Sì, meglio… Ha anche dei calzini?

Recupero Giova e assieme ci diamo a curiosare pigramente per la città.
– Tu non la vuoi la crema, giusto?
– No, tanto sto già spellando… – Scuole di pensiero irriducibili.
– Oh! Te la fai una birra Robby?
– Ma io in realtà stavo pensando che vorrei un gelato…
– Minchia… Certo appapà che te compro il gelato!

Birra e gelato ci alimentano nella salita fino alla piazza Lawrence, sopra il Bastione Saint Remy, da dove si apre un’ampia vista su questa bella città e il suo golfo.

La scelta del cena, nella sera dell’arrivo a destinazione, è una delle questioni più delicate dell’intera traversata. L’accordo sul fatto che debba essere pesce, lo troviamo con facilità, però impieghiamo più di un’ora a concedere la nostra preferenza all’attività che porta la responsabilità di coronare la conclusione di questa pedalata. Non ci accontentiamo delle valutazioni on-line, ma andiamo anche in sopralluogo per farci un’idea più accurata dell’atmosfera. La scusa è che “così stiamo visitando il centro”.

Il rituale ufficiale di chiusura si sviluppa attraverso zuppa di pesce, calamari grigliati e pasta alla scoglio.
– Però, ad essere onesti non erano proprio abbondanti le porzioni.
In definitiva, il vero finale è dato dal cuoppo di una piccola friggitoria defilata, nella zona del porto.

• Cagliari, 382 km, 6850 m di ascesa